Laser per Glaucoma

Cosa s'intende per glaucoma

Lo Studio del Dott. Pinchera è specializzato nella diagnosi e terapia del glaucoma.

Il glaucoma è una patologia dell’apparato visivo caratterizzata principalmente da un aumento della pressione endoculare . In Italia si stima che colpisca circa un milione di persone, ma circa il 50% non ne sarebbe a conoscenza (anche perché non si effettuano visite oculistiche periodiche complete).

I danni anatomo-funzionali causati dal glaucoma (compresa l’ipovisione) si possono prevenire purché la malattia sia diagnosticata precocemente e, quindi, iniziata subito un’adeguata terapia farmacologica.

In  condizioni fisiologiche,  all’interno dell’occhio, è presente un liquido (umore acqueo) che viene continuamente prodotto e riassorbito. Quando si creano delle condizioni patologiche per cui vi è un ostacolo al deflusso dell’umor acqueo o una maggiore sua produzione, aumenta la pressione endoculare  con un conseguente danno della testa del nervo ottico (che si trova nella zona centrale della retina). Tutto ciò determina una compromissione della capacità visiva ed una progressiva riduzione del campo visivo (Noi, infatti,  percepiamo un oggetto che fissiamo insieme a tutto ciò che lo circonda: l’area complessivamente percepita costituisce appunto il campo visivo).  L’aumento della pressione endoculare danneggia irreparabilmente i neuroni (cioè le cellule del nostro nervo ottico) che trasportano il segnale elettrico alle aree cerebrali responsabili della discriminazione visiva e questo si traduce in una progressiva riduzione del campo visivo, prima perifericamente e poi centralmente. Nelle fasi più avanzate della malattia, si riduce l’acuità visiva fino alla cecità completa per un danno del fascio di fibre nervose centrali, papillo-maculari. Esistono fondamentalmente due forme di glaucoma:


Glaucoma cronico ad angolo aperto:

è la forma più frequente di glaucoma (circa l’80% dei casi). Si verifica in seguito a un ostacolo nel deflusso dell’umor acqueo; si sviluppa lentamente e in genere non dà sintomi, per cui ci si può rendere conto di essere malati solo quando il danno al nervo ottico è già giunto a uno stadio avanzato.


Glaucoma acuto ad angolo chiuso:

in questi casi, l’iride può chiudere improvvisamente l’ angolo irido-corneale, causando un rapido aumento della pressione intraoculare nel caso della forma detta ad “angolo stretto” (che colpisce circa il 10% dei glaucomatosi, più frequente nel sesso femminile).
L’improvviso incremento pressorio, chiamato attacco acuto di glaucoma, è molto grave: se non curato tempestivamente può portare a cecità in breve tempo. I sintomi principali sono l’offuscamento della vista, la comparsa di aloni anomali attorno alle luci, dolore oculare violento, nausea e vomito.
Vi sono poi dei fattori che predispongono al glaucoma quali l’ ipermetropia elevata, la cataratta totale (detta “matura intumescente”), oppure un’anomalia del segmento anteriore dell’occhio caratterizzata da una ridotta profondità della camera anteriore (spazio situato tra la cornea e l’iride fondamentale per il normale deflusso dell’umor acqueo).


Glaucoma congenito:

in questa forma (un neonato ogni 10000 nati) il sistema di drenaggio è alterato sin dalla nascita e questo determina un aumento di pressione intraoculare già nelle prime settimane di vita. Il bambino presenta fastidio alla luce (fotofobia) e lacrimazione eccessiva. L’aumento pressorio può causare un aumento delle dimensioni dell’occhio (nei piccoli le pareti oculari sono meno resistenti) e la cornea può divenire opaca. Ogni sintomo sospetto deve indurre i genitori a far sottoporre il proprio figlio ad una visita oculistica completa.


Glaucoma secondario:

in questa forma, l’ostacolo al deflusso è un effetto secondario di alcune malattie (fra cui il diabete; le trombosi retiniche; emorragie; tumori; ecc.), o dell’uso di alcuni farmaci, per esempio il cortisone, soprattutto se somministrato incautamente in collirio per lunghi periodi per la terapia di una congiuntivite.

La visita oculistica per lo studio e la diagnosi precoce del glaucoma deve prendere in esame:

  • la pressione dell’occhio (pressione intraoculare). Essa viene misurata con l’ausilio dei tonometri, a “soffio” e a “contatto”.
  • l’aspetto del nervo ottico. Con l’oftalmoscopio e i moderni strumenti per l’osservazione del fondo oculare, fundus-camere, si analizza l’aspetto del nervo ottico e l’eventuale accentuazione della sua escavazione fisiologica.
  • il campo visivo. E’ una tecnica diagnostica con cui si misura la sensibilità delle diverse zone della retina. In particolare la perimetria computerizzata consente di identificare precocemente i danni e di valutare l’efficacia della terapia antiglaucomatosa.

Inoltre, per lo studio del nervo ottico, sono stati introdotti nella pratica clinica nuove tecniche diagnostiche, come il CSLO (Confocal laser ophthalmoscopy ossia oftalmoscopia laser confocale), l’SLP (Scanning laser polarimetry ossia la polarimetria a scansione laser) e l’OCT (Optical Coherence Tomography cioè la tomografia a coerenza ottica) con cui si effettua la misurazione dello spessore delle fibre nervose della papilla ottica, il cui assottigliamento è dovuto alla perdita di cellule retiniche (in particolare di quelle dette ganglionari e dei loro assoni.

Il valore della pressione interna dell’occhio, sebbene sia differente dalla pressione arteriosa, si misura con la stessa unità, ossia in “millimetri di mercurio” (mmHg).

La pressione intraoculare deve essere normalmente compresa tra i 10 e i 20 millimetri di mercurio (mmHg). Il glaucoma è generalmente associato a valori superiori a 20-21 mmHg, ma esiste anche una forma di glaucoma a bassa pressione. Sono stati, inoltre, effettuati studi sulle relazioni tra spessore corneale (misurato con la tecnica della pachimetria) e rischio di glaucoma. Infatti, può essere utile misurare la relazione tra spessore corneale e la pressione intraoculare, in modo tale da capire quale sia il valore soglia personale di rischio per ogni singolo occhio. Più basso è lo spessore della cornea, più alto è il rischio di glaucoma. Peraltro, tra gli esami strumentali preliminari all’intervento di chirurgia refrattiva è, infatti, necessario eseguire la pachimetria che misura lo spessore corneale (dal momento che l’intervento determina un assottigliamento della cornea).

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